Dopo la pubblicazione delle proposte/idee/suggerimenti delle società Pink per il nuovo presidente regionale Alberto Mattioli, diamo spazio a chiunque altro voglia intervenire con le sue proposte.
Ecco il contributo di Guido Corti, negli ultimi 4 anni componente della commissione Nazionale Attività Giovanile Femminile; ex dirigente Comense e organizzatore dell'All Star Game Femminile Lombardo da 11 anni.
Ciao, è un po' che non mi faccio vedere in giro per motivi personali, ma mi sento di dire la mia visto che in questo mondo ci sono cresciuto. Si parla sempre di
entrare nelle scuole, ma tutte le società già lo fanno, nel loro piccolo, il problema è attirare le bambine dai corsi che facciamo gratuitamente alla mattina, ai
corsi pomeridiani societari, convincendo le famiglie a portarle in palestre anche distanti dalla scuola e in orari in cui ora, rispetto al passato, entrambi i genitori lavorano e preferiscono affidarsi alle sempre piu' numerose attività post-scuola dei singoli istituti, che non sempre coincidono con l'attività sportiva e con il minibasket. Le scuole sono progettifici.
Aumentare la visibilità del basket femminile sui Media e sulle televisioni nazionali farebbe capire ai genitori che il basket non è solo uno sport da maschiacci. Altri sport che hanno visibilità, perchè vincono, come la scherma femminile, o la pallavolo, dopo ogni olimpiade raddoppiano il numero delle iscritte. Per non parlare del reality show sulle ginnaste. Le ragazzine non hanno idoli (idole) a cui cercare di assomigliare, i bambini da piccoli sognano di diventare o Messi o Belinelli, le femmine si presentano in palestra solamente se hanno avuto un parente che gioca a basket, non conoscono il nome delle giocatrici di basket della nazionale, non vedono mai partite di basket femminile in tv. Paradossalmente al basket femminile, servirebbe di piu'una cestista dentro la casa del grande fratello, o fidanzata con un calciatore, che entrare in 100 scuole, perchè quel piccolo aiuto che potrebbe dare la fip a tutte le società per entrare nelle scuole sarebbe solo una goccia nel mare, dare soldi per entrare in tutte le classi d'Italia è insostenibile, economicamente. Ed è un lavoro comunque da ripetere ogni anno. E' un circolo vizioso,
la visibilità si guadagna con i risultati, i risultati con la qualità, la qualità con i numeri, i numeri si fanno con la visibilità e da li' si riparte.
Negli ultimi anni in cui abbiamo ragionato a Roma su come aumentare i numeri abbiamo tolti quasi tutti i paletti dei
regolamenti, concedendo tutte le possibilità di doppi-tesseramenti anche per far giocare femmine con i maschi e viceversa fino al primo tesseramento e all'under 14. Personalmente non sono d'accordo, per la nostra regione, perchè le società femminili non mancano e sono capillari ed ora ci sono i premi Nas e le società fanno le furbe, ma avendo vissuto personalmente parecche situazioni che ci sono in tutte le regioni d' Italia, mi sono reso conto che questa deroga si rende necessaria al di fuori della Lombardia per provare a non perdere nemmeno una sola tesserata nelle altre regioni e in zone piu' disagiate territorialmente. Bisogna capire che ogni bambina che gioca a basket in piu' è l'unico veicolo per provare a convincere altre amiche a presentarsi in palestra. Ma bisogna iniziare in tenera età, perchè in prima elementare i genitori hanno già scelto lo sport-babysitter. E solitamente non è il minibasket.
Per quanto riguarda le
proposte al CRL, confido che il presidente Mattioli dall'alto della sua esperienza a livello nazionale, si affianchi di persone competenti con esperienza nel basket femminile. Angela Albini ora è il riferimento a livello nazionale, ed il suo valore è che non ha interessi personali, ma non puo' arrivare ovunque. Ci deve essere una
commissione come quella che avevamo creato anni fa, con persone rappresentative delle società, che possano trovarsi e discutere di tutti gli argomenti, almeno ogni due settimane, senza pensare al proprio orticello od ogni volta piangersi addosso per gli arbitraggi. Ormai
non esiste piu' la distinzione tra società di Elite e società di base, in Lombardia siam passati in 15 anni da 4 società in A1 a 0, anche se le disparità delle tasse federali è enorme tra chi fa un campionato nazionale e uno regionale, ma per questo compito c'e' la Lega. Servono anche maggiori
collaborazioni tra società a livello locale, per interscambiarsi i gruppi, per dare la possibilità a chi ha il talento di farlo esplodere giocando campionati competitivi, magari anche interregionali come fanno i maschi, ma anche dando la possibilità di far giocare tante partite a chi lo fa solo per il piacere di andare in palestra e divertirsi, non terminando l'attività a marzo ma tirandola avanti fino a giugno, fosse anche solo con il
3x3 che è la nuova disciplina su cui spinge la Fiba per portarla alle Olimpiadi e creare maggior numeri.
Serve anche che siano coinvolte maggiormente le
persone giovani che vogliano mettersi in gioco, alla fine è da 20 anni che son sempre le stesse persone a tirare avanti questo mondo. Alle finali regionali e nazionali, al tdr, si vedono sempre in giro le stesse facce. E sempre di meno addetti ai lavori.
Azzurrina e le selezioni possono essere un metodo per coinvolgere nuove persone, magari coinvolgendo a rotazione gli allenatori delle società, come era una volta, nelle selezioni regionali, (e dando ufficialmente i PAO a chi partecipa a questa attività, perchè alla fine il tempo che le persone hanno a disposizione non si puo' triplicare). Nei primi anni c'era tantissimo entusiasmo rispetto a questa attività anche da parte delle società. Ora è quasi un fastidio perchè le famiglie danno la priorità a questa attività e non all'attività societaria. Quello che sento in giro è che ora si ha la sensazione che Azzurrina sia solo la "nazionale" della Lombardia con l'obiettivo di battere le altre regioni, e non piu' quell'alta Specializzazione atta al miglioramento delle atlete che in settimana non se lo possono permettere.
Bisogna
ricreare entusiasmo, noi ogni anno ci proviamo con il nostro All Star Game a coinvolgere tutte le società, e grazie all'aiuto fondamentale di Ezio e del suo socio e di tutte le società ci riusciamo da parecchi anni. Magari quest'anno, in tale occasione, raccogliendo le proposte che ho letto, si potrebbe proporre di organizzare un
clinic congiunto al femminile con un rappresentante degli arbitri ed un allenatore della Femminile, potrebbe essere un modo per far valere i nostri diritti e sentire anche la controparte. Anche se ogni volta speriamo che questa manifestazione non si trasformi nell'All Star Game dei panda... A presto, buon lavoro a tutti e w Pink Basket.