venerdì 22 aprile 2016

COSTA (A2) - Il bilancio di coach Pirola (versione completa)

Sul n° 27 del "Panorama" (11/4) abbiamo pubblicato un bilancio di coach Pirola sulla stagione, necessariamente sintetizzato rispetto alla lunga e approfondita intervista che ci aveva rilasciato. Ora abbiamo l'occasione di pubblicarne la versione completa.



"Innanzitutto mi sento sollevato per esserci salvati senza passare dai playout. Era la nostra prima stagione in A2; mi ricorda la mia prima in A3, quando ci salvammo ai playout, per poi costruire e fare la semifinale-playoff l'anno dopo, per poi costruire ancora e ottenere la promozione (lo scorso anno, ndr).
Secondo me in estate avevamo costruito un buon organico per quella che era la nostra limitata capacità economica, eravamo pronti per iniziare la stagione non dico fornitissimi in ogni ruolo ma abbastanza coperti e con una forte identità... e pronti via, si sono spaccate in due (Schieppati e Mistò), di cui una col crociato. A inizio stagione abbiamo quindi disputato una serie di partite in cui potevamo, sì, fare meglio, ma eravamo alla ricerca di equilibri, e stavamo inserendo un acquisto importante come Sara Canova, una ragazza che produce volumi notevoli di gioco ma aveva bisogno di tempo per entrare nei nostri meccanismi.
Trascorso il tempo necessario per questo adattamento, abbiamo cominciato a giocare, vincendo con Carugate, Selargius, perdendo solo nel finale con Marghera. A quel punto è arrivata Kata Ristic, un play anche lei in grado di produrre importanti volumi di gioco, ed è ricominciata una fase di inserimento di una giocatrice importante. Poi si è fatta male Lara Tagliabue. Poi si è infortunata Meroni ed è arrivata un'altra giocatrice importante come Visconti.
Insomma, è stato tutto un inseguire una chimica che se è stata trovata a livello umano, a livello tecnico era più difficile e così è stato. Tutto sommato ci siamo salvati in anticipo pur dovendo adattare giocatrici in ruoli non propriamente loro, vedi Visconti da pivot. Ci siamo costruiti un'identità un po' "matta" perché era l'unica strada.
Diciamo che va bene così, anche se mi sarebbe piaciuto piazzare la zampata nel finale, andando ai playoff, perché l'occasione l'avevamo e forse ha influito negativamente il fatto di sapere di essere salvi il giorno prima di giocare a Marghera nella penultima giornata: perché in quelle situazioni inconsciamente ti rilassi ed è difficile resettare tutte le motivazioni in 12 ore.

A livello individuale ho avuto delle conferme: Franci Pozzi ci ha tenuto in piedi insieme a Sara Canova e Masha Maiorano per 3 mesi. Francesca è diventata una vera giocatrice da A2, Masha ha mutato pelle, è molto più completa, fa più cose in attacco, con meno forzature e gioca più nel collettivo; è una leader molto cresciuta anche a livello di espressioni. Ha fatto un mese e mezzo giocando con un dito rotto e questo non lo dimenticherò mai.
E poi è stata anche una stagione di scoperte, di giocatrici che sono emerse: penso a Bea Del Pero, che è partita come ragazzina e a fine stagione ci ha fatto dimenticare di avere 17 anni perché ha giocato da veterana. Adesso l'aspetta uno 'step' ulteriore, se ne ha l'ambizione. Franci Mistò ci ha messo un po' a entrare nei meccanismi ma ha dimostrato voglia di lavorare. Miki Longoni è il mio capitano, silenziosa ma quando è in campo si danna l'anima perché vuole sempre vincere, anche a costo di giocare di meno se arriva qualcuno importante nel suo ruolo; con lei c'è un rapporto che dura da quando sono entrato in squadra. Marta Meroni è stata fondamentale quest'anno come unica vera lunga, infatti la sua assenza finale si è sentita tantissimo. Lara Tagliabue è stata un perno dello spogliatoio, un'anima della squadra. Veronica Schieppati non l'ho mai avuta, purtroppo.
E poi ci sono le due arrivate in corsa: Kata Ristic che nel bene e nel male è stata determinante; ci sono state partite in cui non è riuscita a rendere e ha fatto un po' di confusione, altre in cui ha fatto canestro e messo in ritmo le altre; partite in cui ha difeso in modo impreciso e altre in cui ha fatto la differenza anche in difesa; arrivava da una realtà completamente diversa, non era semplice neanche per lei abituarsi. Sia lei che Ale Visconti si sono messe a disposizione, cercando di interpretare al meglio il gioco che avevamo, senza pretendere di disfarlo. In particolare Visconti dopo l'infortunio di Meroni si è dovuta adattare a un ruolo non suo, cosa che l'ha un po' condizionata, contando che già era difficile calarsi in un nuovo sistema, ancor più cambiando ruolo. Entrambe ci hanno dato una grossa mano a salvarci, che era il nostro obiettivo stagionale e non so se ce l'avremmo fatta senza di loro.

E naturalmente non posso dimenticare le giovani che non sono mai mancate in tutta l'annata di allenamenti: Cincotto, Laura Meroni, Novati. E i miei colleghi nello staff tecnico, Bicio Ranieri e Ale Fiorentino, che hanno condiviso tutto con me in questi tre anni".

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